Tecnologia ed etica by Karl Popper

Tecnologia ed etica by Karl Popper

autore:Karl Popper [Popper, Karl]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggio, Sociale
ISBN: 9788849838350
editore: Rubbettino Editore
pubblicato: 2013-11-12T23:00:00+00:00


Discussione con Sir Popper del 19 settembre 1992

Ministro Riesenhuber:

SIR KARL, NELL’ULTIMA PARTE della Suo discorso Lei ha parlato del fatto che gli abitanti dei paesi più ricchi sono più grassi, occupano maggiore spazio, consumano di più. E qui potrebbe anche nascere il timore che il loro fabbisogno e il loro consumo aumentino tanto più quanto più essi diventano ricchi, che cioè i problemi aumenteranno.

Io però su questo punto non sono del tutto sicuro che sarà questa la prospettiva. Se infatti osserviamo i paradigmi di crescita degli ultimi 10 o 20 anni, ancora fino agli ’70 inoltrati dominava incontrastata l’idea del Club di Roma, confortata da dati empirici, secondo la quale una maggiore crescita significa maggior consumo di energia, di materie prime, di risorse ambientali, – sicché per esempio, l’1% di crescita economica significa l’% di incremento del fabbisogno energetico. Questo dato fu confermato in molte nazioni industriali.

Ma a partire dagli anni ’70 il dato si è palesemente modificato, e anzitutto nei paesi ricchi. Lo stesso paradigma della crescita ha subìto una modifica. Nel caso dell’energia, per esempio, noi abbiamo avuto negli ultimi 20 anni, in Germania, un incremento del suo consumo quasi pari a zero, mentre la nostra economia ha segnato una crescita reale del 35%.

Quanto al consumo di risorse ambientali, il secondo grande paradigma del Club di Roma, negli ultimi anni abbiamo avuto, a fronte di una crescita costante dell’economia, una riduzione del consumo di tali risorse.

Il fenomeno diventa ancor più evidente se lo vediamo da un altro lato, e cioè quello delle materie prime. La crescita c’è stata soprattutto nelle industrie basate non sul maggior consumo di materie prime ma sul fattore «intelligenza». Proiettato sulle tecniche, il fenomeno può essere evidenziato nella tecnologia informatica e nella microelettronica. Il chip non è altro che sabbia e intelligenza. Lei può verificarlo proprio nella biotecnologia di cui ha parlato.

La chance della tecnologia genetica nei prossimi decenni sta proprio nella nascita di una chimica leggera, a basso consumo di materie prime, riduzione delle scorie, temperature e pressioni più basse, orientata direttamente verso prodotti molto specifici. Si pensi alle infinite possibilità applicative del laser, oppure alle nuove scienze dei materiali, dove non si ha un maggior consumo di cobalto o di vanadio, ma raffinate lavorazioni di superfici rese dure come il diamante. Sicché a me sembra proprio che le cose evolvano verso una situazione in cui, mentre le possibilità di porre un freno all’incremento demografico rimarranno basse ancora per molti anni – i risultati degli ultimi anni sono stati peri a zero –, in questa fase le speranze di evitare un collasso possano venire in realtà solamente dai paesi ricchi. Solo essi infatti hanno raggiunto un livello scientifico grazie al quale appare possibile una ulteriore crescita basata sul fattore «intelligenza», e quindi anche la chance di inventare tecniche, modi di comportamento, strutture culturali che non implicano più, per i paesi più poveri, il dispendio di risorse scarse, ma la possibilità di vivere anche lì in condizioni di circuiti sempre più interconnessi in rete e in feed-back.



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